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Il futuro non è più quello di una volta

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Il futuro non è più quello di una volta

25 maggio - 7 giugno 2021

Rubrica di approfondimento

Care lettrici e cari lettori, proseguiamo il nostro viaggio continuando ad esplorare le diverse modalità con cui la fantascienza ha declinato il tema dell'amore. Come è noto agli appassionati di fantascienza, fu un esordiente Philip José Farmer, autore che abbiamo già incontrato, a dare una bella scrollata alle ipocrisie del genere e scuotere il “fandom” fantascientifico, suscitando reazioni scandalizzate e boicottaggi, insieme a contrapposte grida di giubilo.

La pietra dello scandalo fu un racconto breve, apparso nel 1952 sulla rivista Startling Stories, che introdusse per la prima volta un’esplicita tematica sessuale nella fantascienza e fece guadagnare all’autore un Premio Hugo come "più promettente nuovo scrittore". Successivamente il racconto fu ampliato, fino ad arrivare nel 1961 alla pubblicazione del romanzoGli amanti di Siddo” - anche conosciuto come “Un amore a Siddo” o più semplicemente “Gli amanti” - un classico della fantascienza e una delle opere più famose di Farmer.

Siamo nel 3050, Hal Yarrow, il protagonista, è un sorco (specialista in ogni ramo di conoscenze ortodosse) e lavora come collaboratore all'Università di Sigmen City. Come si apprende sin dalla prima riga dell’incipit, l’unica cosa che vorrebbe fare è fuggire, scappare via da un regime spietato, da una società religiosa e repressiva, dedita al culto del Precursore Isaac Sigmen. Una realtà governata da regole ferree e  disumane. In questa realtà assurda, Hal ha uno spiraglio di luce: per la sua specializzazione linguistica, viene invitato a partecipare ad una spedizione sul lontano pianeta Siddo che i terrestri vogliono colonizzare. Il suo destino cambia il giorno in cui incontra Jeannette, forse una discendente dei coloni terrestri, o forse qualcosa di mortalmente diverso. Quella donna gli entra nel sangue, solo che Hal ignora un particolare, che si rivela a poco a poco in tutta la sua maestosa, travolgente intensità. Quel che segue è una narrazione al tempo stesso mostruosa e sublime.

Farmer scrive una storia che ha la dolcezza del cianuro e a volte la delicatezza di un pugno nello stomaco, grazie anche a una capacità unica di rappresentazione delle scene che hanno caratterizzato il suo stile personalissimo e coinvolgente.

“Poi s’appiccar, come di calda cera fossero stati, e mischiar lor colore, né l’un né l’altro già parea quel ch’era...”

Così Dante descriveva, nel venticinquesimo canto dell'Inferno, l'unione tra il demone serpente a sei zampe e l'anima dannata di Agnello Brunelleschi. Nonostante l'illustre precedente, la struggente relazione amorosa, anche erotica, tra un umano ed un'aliena veramente diversa, non poteva non scatenare le ire razziste e bigotte di un'America in cui la segregazione razziale era quasi indiscutibile ed il nostro Sommo Poeta, molto probabilmente, non era un autore molto conosciuto. Anche se in realtà Farmer mise in luce la tematica della diversità, vissuta come piena accettazione e partecipazione dell’altro, piuttosto che una vera rappresentazione della sessualità, tale “bravata” gli costò per anni il bollino di scrittore pornografico con tutte le difficoltà del caso. Farmer comunque non se ne preoccupò più di tanto: anzi, ne fece un autentico e ulteriore cavallo di battaglia.

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